L’uso del materiale lapideo è molto antico; gli egizi sfruttavano il granito, i greci i calcari, i romani, abili conquistatori, si fornirono di marmi dalle lontane terre dell’Asia Minore, dell’Egitto, della Grecia, al punto che Roma si rivestì di ogni sorta di marmi, da essere bellissima.
In Sicilia, già in epoca romana, erano noti i marmi policromi e i diaspri. L’uso di questi materiali, molto diffuso per i primi e più raro per i secondi, era legato alla facile reperibilità del materiale, alla buona lavorabilità e alla bellezza della pietra. I calcari teneri, quali i pregiati Libeccio di Trapani, Giallo di Castronovo e Rosso di Contorrana, sono stati impiegati in tutta l’isola ed anche a Roma, Venezia, Lucca, per la realizzazione di colonne, decorazioni parietali e pavimentali e soprattutto per la decorazione “a marmi mischi”, tipica del barocco siciliano.
I diaspri invece, si trovano di rado, ed in piccole lastre per la decorazione degli altari maggiori o dei tabernacoli. I colori dei calcari teneri e dei diaspri sono molto vivaci, il rosso è vivo, il giallo è intenso; e per questo sono stati apprezzati, soprattutto nel XVII e XVIII sec. Il restauro della pietra investe un ambito d’applicazione molto vasto: altari, prospetti, portali, ecc., realizzati con materiali lapidei che possono avere caratteristiche molto differenti, com’è il caso del Marmo di Carrara e del Marmo di Candoglia, apparentemente simili ma molto diversi; questo impone di seguire un accurato studio preliminare, supportato da indagini di laboratorio per la caratterizzazione del materiale e dello stato di degrado dell’opera, al fine di scegliere il corretto intervento.
Le operazioni di restauro sono distinte in pulitura, consolidamento, protezione, stuccatura, incollaggio e sostituzione. Non sempre è necessario effettuare tutti e tre i tipi d’intervento, né in alcuni casi le condizioni del manufatto permettono di seguirle. La Commissione NORMAL (Normativa Manufatti Lapidei) ha messo appunto, ormai da anni, dei metodi di studio per il settore della conservazione delle opere in pietra, cui è indispensabile rapportarsi.